Giovanni Verga è stato uno dei personaggi della letteratura italiana più interessanti del secolo scorso e del XIX secolo. Egli non era un poeta, come molti grandi personaggi della letteratura italiana suoi contemporanei, era uno scrittore ed un drammaturgo. Fu uno dei principali esponenti del verismo.

Vita e formazione

Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840 in una famiglia nobile ma di orientamento liberale. Rimane in Sicilia per tutti gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza, partecipando attivamente alla vita culturale della sua città, sin da piccolo infatti parve molto appassionato di letteratura. Decide di iscriversi a legge, ma abbandona presto gli studi per dedicarsi alla produzione letteraria, anche se le persone a lui care non accettarono di buon grado questa sua scelta.

Si trasferisce a Firenze nel 1865, in quel periodo Firenze era capitale d’Italia, non solo era capitale d’Italia, ma Firenze era la patria degli intellettuali italiani del risorgimento, ciò gli permise di conoscere tanti personaggi della letteratura e cultura italiana, che gli hanno permesso di crescere e maturare non solo come uomo, ma anche come autore. A Firenze, infatti pubblica i suoi primi romanzi di successo, tra cui il celebre: Una peccatrice.
Nel 1872 si sposta a Milano, qui viene in contatto con alcuni dei più importanti autori dell’epoca e inizia a maturare la sua adesione al Verismo. Nel 1874 compone la sua prima novella verista di ambientazione siciliana: Nedda. Nel 1893 torna definitivamente a vivere in Sicilia, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita in solitudine, deluso per il mancato successo delle sue opere “migliori” e  ossessionato dalle preoccupazioni economiche.
Nel 1920 viene nominato senatore del Regno d’Italia e due anni più tardi muore a causa di un’emorragia cerebrale.
Giovanni Verga: Riassunto

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Nelle sue opere, Verga applica la formula verista, utilizzando il concetto di impersonalità del narratore. Il linguaggio utilizzato riflette la realtà dei contadini e dei pescatori siciliani; la lingua è quindi semplice, elementare come anche la psicologia dei personaggi e il loro modo di vedere le cose. Non mancano le espressioni popolari, dialettali, i modi di dire e i proverbi che racchiudono l’antica sapienza contadina e l’essenza della gente. Verga voleva essere comprensibile da tutti, voleva farsi capire dalla gente.

Tutti i personaggi usciti dalla penna di Verga sono dei “vinti”, la loro vita è dominata dal destino, quel destino che non permette all’uomo di realizzare i propri sogni e e le proprie aspirazioni. Chi cerca di sfuggire al destino non trova mai la felicità sperata, ma al contrario va immancabilmente incontro a sofferenze maggiori. Nonostante il principio dell’Impersonalità, Verga prova comprensione e pietà per queste persone, costrette a soccombere nella dura lotta per la vita. La sua più che pietà, in realtà è una sorta di forma di tenerezza nei confronti di quelli che sono più deboli. Verga ha molto a cuore le persone che non sono riuscite a realizzare i loro sogni e che si son dovute accontentare di ciò che gli ha destinato la vita.

Le opere di Verga

Nedda

Per approfondire: Nedda, riassunto

Nedda rappresenta una delle opere più belle di Verga. Essa è un’opera di vitale importanza nella crescita dello scrittore siciliano, questo perché essa ha segnato il passaggio di Verga dal post-romanticismo al verismo di cui diventerà uno dei principali esponenti, se non addirittura il principale. 

Il nome Nedda è dovuto al nome della protagonista. Quest’opera è ambientata in una piccola cittadina in provincia di Agrigento, la protagonista è una donna dalle umili origini che dovrà affrontare la perdita di molti cari, tra cui il contadino di cui si innamorerà, il quale morirà a causa di una malattia… la donna però rimane incinta e partorisce una bambina, la quale è troppo debole per poter sopravvivere senza cure particolari che la giovane contadina non poteva fornirle.

Vita dei Campi
Nei racconti di “Vita dei Campi”, Verga ritrae la vita semplice e rude dei contadini e della povera gente, alle prese con i problemi pratici della vita e agitata da forti passioni. Nelle “Novelle Rusticane” il tema dominate è quello della “roba”, che trasforma la vita in un continuo affanno per accumulare ricchezza.

É inclusa nella raccolta “Vita dei Campi” la celeberrima novella dedicata a Rosso Malpelo, ragazzo costretto a lavorare in miniera per mantenere la famiglia; mentre invece tra le “Novelle Rusticane” troviamo “la Roba“, che è la storia del contadino Mazzarò, il quale raggiunge una ricchezza spropositata.

I Malavoglia
Per approfondire: I Malavoglia, riassunto

I MalavogliaI Malavoglia, eccola, questa è l’opera più famosa ed importante di Verga, e fa parte del “circolo dei vinti“, insieme alla sua altra opera “Mastro Don Gesualdo”. Fu pubblicata nel 1881. I protagonisti dei Malavoglia sono un’intera famiglia catanese che vive di pesca: I Toscano. L’opera prende il nome dal soprannome della famiglia, la quale è chiamata così in quanto era una famiglia che si dava molto da fare per ciò che riguarda il lavoro, anche se il soprannome con il suo significato moderno potrebbe trarre in inganno e far pensare il contrario. La famiglia è abbastanza numerosa, ed economicamente non sta male, in quanto hanno una casa e una piccola barca. Il primo genito, il ventenne ‘Ntony sarà chiamato per svolgere il servizio militare, cioè la leva, e ciò metterà in difficoltà il padre, il quale si ritroverà con un uomo in meno e avrà bisogno di nuova forza lavoro… per ottenere tale forza lavora quest’uomo chiederà un prestito ad un usuraio, prestito con il quale farà degli acquisti che gli andranno a fruttare molto. Grazie ai soldi guadagnati il capostipite della famiglia potrà finanziare il matrimonio della figlia. Il matrimonio in realtà è un matrimonio d’interesse, come accadeva spesso nella Sicilia del XIX secolo, difatti la ragazza non e innamorata del marito ma bensì di un altro uomo. Si susseguiranno varie disgrazie, le quali saranno raccontate in modo impersonale attraverso i personaggi del villaggio che faranno il loro ingresso nell’opera solo in seguito…

Mastro Don Gesualdo


Mastro Don Gesualdo è una delle due opere che vanno a comporre Il ciclo dei vinti, insieme a “I Malavoglia”, e fu pubblicata solamente 8 anni dopo la pubblicazione del primo romanzo del ciclo, quindi nel 1889. Anche quest’opera è ambientata in quel di Catania. Il protagonista è Gesualdo Motta, il quale nella sua vita non ha fatto altro che far soldi, anche se questo significava fare del male ad altri. La sua avarizia ben presto gli si ritorcerà contro.
Abbiamo finito il riassunto su Giovanni Verga, questo è tutto ciò che riteniamo essere indispensabile per ottenere un buon voto in un eventuale interrogazione. Se doveste avere dei dubbi o voleste approfondire qualche cosa che qui non abbiamo approfondito potete scriverci nei commenti e vi risponderemo velocemente.

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