Se ti stai preparando per gli esami, oppure vuoi semplicemente ripassare la storia di Giacomo Leopardi, questo riassunto può aiutarti.

Vita e Formazione

Giacomo Leopardi nasce nel 1798 a Recanati, all’epoca nello Stato Pontificio, in una nobile famiglia. L’atmosfera familiare nel quale vive però non è delle più esaltanti; il padre, figura austera e autoritaria, che esige il rispetto di regole rigide e severe, mentre la madre, religiosa ossessiva, si dimostra povera d’affetti e intransigente. Il giovane Giacomo si ritrova quindi costretto a rifugiarsi nei libri e nello studio. Gli anni tra il 1809 e il 1816 li trascorre quasi “incarcerato” nella grande biblioteca del padre; questi anni di studio “matto e disperatissimo” gli conferiscono un’enorme cultura: parlerà fluentemente il latino, il greco, l’ebraico, l’inglese, il francese e lo spagnolo, ma alla fine i rapporti sociali e anche la sua salute fisica ne escono danneggiati. Quando nel 1822 finalmente riesce a lasciare la casa paterna, viaggia e si trasferisce a Roma, Milano, Bologna, Firenze e Napoli, città in cui trascorrerà gli ultimi anni della sua vita. Muore nel capoluogo partenopeo nel 1837.

Giacomo Leopardi

Opere


Giacomo Leopardi è passato alla storia per le sue meravigliose poesie, ma era molto di più di un poeta. É stato infatti l’autore di numerosissime composizioni non solo in poesia ma anche in prosa, come per esempio le ventiquattro “Operette Morali”, composte in momenti diversi della vita dell’autore, sono dialoghi tra persone reali o immaginarie in cui  dominano temi come la vana ricerca della felicità, la condizione umana, il destino e la morte.
Il libro de “Lo Zibaldone”, pubblicato nel 1832, è utilissimo per comprendere la filosofia del poeta: si tratta di una raccolta di pensieri sulla vita, sul mondo e sulla filosofia composti tra i 1817 e il 1832.
Le sue poesie più note sono raccolte nel libro dei Canti, pubblicato a Firenze nel 1831, e sono divise in due gruppi: i Piccoli Idilli (1819-1821) e i Grandi Idilli (1828-1830).
L’Idillio era, nella lirica greca, un breve poemetto ambientato nella quiete della natura, lontano dalla normale vita umana. L’Idillio Leopardiano è, invece, una composizione in cui la natura non è solo uno sfondo ma offre spunti e occasioni per la meditazione interiore.

Stile 

La sua poesia è pervasa da una forte concezione pessimistica della vita. L’uomo infatti, secondo Leopardi, vive in una condizione di costante infelicità e dolore che gli procura inquietudine e angoscia. La causa di tutto questo sarebbe la natura, che crea l’uomo con un profondo desiderio di felicità sapendo che egli non l’avrebbe mai raggiunta. Le poesie di Leopardi sono inoltre caratterizzate da una musicalità intensa e suggestiva. Le parole sono scelte appositamente per la loro capacità di evocare immagini vaghe e indistinte: non è raro trovare affiancati vocaboli colti e ricercati e di uso comune.

Una poesia: l’Infinito

Si può dire che la poesia più conosciuta sia l’Infinito, pubblicata nel 1826, facente parte di una serie chiamata “Idili”.
Poesia L'Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

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