Riassunto su Dante Alighieri, il più grande(secondo noi) dei personaggi dell’eccezionale letteratura italiana. Egli è uno dei padri dell’italiano, ed è l’autore di una delle opere più belle della storia della letteratura mondiale: La Divina Commedia!

Dante è ritenuto da molti il più grande letterato della storia, e se così non fosse, sarebbe sicuramente tra i principali 5, specialmente del periodo medievale. Possiamo asserire con assoluta certezza che nel Medioevo non ci sia stato un personaggio della letteratura mondiale all’altezza di Dante Alighieri.

Dante Alighieri: Vita e Formazione

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Dante nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia nobile ma modesta. Si sa poco degli anni della sua formazione: molto probabilmente, da quanto si evince dalle sue opere maggiori, potrebbe essersi dedicato allo studio della filosofia e della teologia. Era anche un grande conoscitore della letteratura francese.

Si narra che Dante fosse dotato di una memoria eccezionale: in una leggenda popolare, infatti, si racconta che un tale a lui sconosciuto un giorno lo fermò in piazza Duomo a Firenze chiedendogli quale fosse il cibo più buono del mondo. “L’ovo” rispose il poeta.

Un anno dopo, nella stessa piazza, la stessa persona rincontrò Dante e gli domandò “Con cosa?” (Con che condimento?). “Col sale” concluse il poeta.

In gioventù stringe amicizie con i più importanti poeti dell’epoca (soprattutto con Guido Cavalcanti e Brunetto Latini), con i quali contribuisce alla nascita della corrente poetica del Dolce Stilnovo.
In questa corrente è la Donna a fare la parte del leone. In tutte le poesie stilnovistiche, infatti, la Donna è considerata come una figura angelica che dona salvezza al solo sguardo, un simbolo della grazia divina.

Dante Alighieri Riassunto

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L’opera di Dante in cui si esprime al meglio questo modo di fare poesia è senza dubbio la “Vita Nuova”, in cui sono raccolte le rime composte per Beatrice Portinari, una nobildonna di Firenze di cui Dante si innamora perdutamente all’età di nove anni e la cui morte, avvenuta nel 1290, causerà una profonda crisi nell’animo del Sommo Poeta.
Partecipa alla vita politica fiorentina, schierandosi dalla parte bianca dei guelfi (coloro i quali sostenevano l’idea della completa autonomia del comune di Firenze). Nel 1300 viene eletto priore del comune e un anno più tardi, mentre si trova a Roma per impedire l’intervento del Papa a Firenze, gli avversari di Dante, la parte nera, attua un colpo di stato e costringe i bianchi all’esilio. Facendo parte dei guelfi bianchi, anche Dante viene mandato in esilio. Morirà a Ravenna nel 1321, forse per una febbre malarica.

Opere di Dante Alighieri



La Vita Nuova è una raccolta di poesie sul suo amore per Beatrice e sull’amore in generale Può essere anche considerata come il manifesto del Dolce Stilnovo.

Il Convivio (1306-1307) è un’opera in volgare e rimasta incompiuta. Avrebbe dovuto configurarsi come una vasta enciclopedia di tutto lo scibile umano articolata in quattordici trattati

Il De Vulgari Eloquentia, invece, è un trattato di retorica composto in latino e anch’esso rimasto incompiuto. Si tratta di un “manuale” per il corretto uso del cosiddetto “volgare illustre”, di cui Dante afferma la piena dignità nella trattazione di ogni tipo di argomento.

Il De Monarchia (accento sulla prima A) è un trattato politico scritto in latino. In quest’opera, Dante affronta e analizza la questione dei rapporti fra il potere imperiale e quello religioso.

L’opera senza dubbio più famosa di Dante è però la Commedia, un poema in tre cantiche che narra di un viaggio dell’autore attraverso i tre regni dell’oltretomba.

Un sonetto tratto dalla “Vita Nuova”: Tanto Gentil e Tanto Onesta Pare

Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umilta’ vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi si’ piacente a chi la mira,
che da’ per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la puo’ chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira

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