Il Tyrannosaurus rex

E’ un serial killer estremamente noto in tutto il mondo, una vera star di Hollywood e il suo nome è leggenda e simbolo di potere e ferocia: Tyrannosaurus rex.

Il T-rex è stato un dinosauro teropode, ha vissuto nel periodo che è passato alla storia come Cretacico Superiore, per la precisione nel Maastrichtiano tra i 70 e i 65 milioni di anni fa e ha spadroneggiato in tutto il Nord-America, e secondo molti studiosi ci furono esemplari di T-Rex anche sul suolo del continente asiatico.

Una macchina da guerra

Si tratta del più efficiente, crudele, feroce e pericoloso predatore mai esistito sulla faccia della Terra ed era così evoluto da poter essere definito il “dinosauro perfetto“. E’ stato scoperto dal paleontologo Henry Fairfield Osborn nel 1905. Il suo nome, tradotto dal greco e dal latino significa per eccellenza “Re Lucertola Tiranna”, un nome molto adeguato per questo mostro.

Le dimensioni del T-Rex

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L’intero animale era lungo complessivamente dai 12 ai 15 metri e alto 6 metri, con un peso di circa 7 tonnellate ma che negli esemplari più grandi poteva raggiungere anche le 10 tonnellate; tra l’altro la sua sola coda pesava 1 tonnellata, fondamentale per bilanciare gli oltre 5 quintali di testa e mascelle. Ad ogni modo la massa corporea di ciascun esemplare variava da individuo a individuo, per via di fattori sia soggettivi che ambientali, ma comunque queste erano le misure base. Il suo scheletro era robusto e adatto ad assorbire gli impatti della caccia e degli scontri, oltre ad essere alleggerito da delle finestre, il cranio, composto da 64 ossa, era lungo 1,50 metri, le sue mascelle potevano aprirsi fino a 1,50 metri e adatte a sopportare qualsiasi pressione e il suo collo, grande come il bacino di un uomo adulto, possedeva muscoli spessi più di mezzo metro e forti quasi come le gambe grazie ai quali poteva sollevare prede pesanti fino a 5 tonnellate, rendendolo in grado di sollevare anche animali enormi come gli Adrosauri e di portare le prede nel suo territorio.

Le armi

Questo dinosauro possedeva un vasto armamentario che lo ha reso il massimo esempio di predatore terrestre nella storia. Le zampe posteriori erano lunghe e possenti, dotate di tre artigli affilati, che potevano essere usati per ferire la vittima alla schiena o al ventre. La loro struttura era spugnosa rendendoli quindi leggeri e veloci e il femore era lungo quasi lungo la tibia. Ma il suo mistero più grande erano le zampe anteriori: lunghe circa 1 metro, esse avevano solo due dita munite di artigli ed erano piccole se confrontate con la mole generale dell’animale, però non erano minuscole e atrofizzate come quelle del Carnotaurus.

Inizialmente si era ipotizzato che potessero portare la carne alla bocca, ma potevano compiere solo movimenti di 40/45°, insufficienti allo scopo. Ma da recenti studi biomeccanici, si è calcolato che potessero sollevare ben 230 kg, riuscendo a sostenere notevoli stress meccanici. Quindi è possibile che potessero aiutare l’animale a risollevarsi dopo essere caduto o essersi addormentato, infatti considerando che l’animale pesava intorno alle 7 tonnellate, 230 kg sarebbero stati una piccola spinta sufficiente a far rialzare il dinosauro. Tali braccia potevano anche essere state molto utili nell’accoppiamento: grazie ad esse infatti il maschio poteva tenere meglio ferma la femmina durante l’accoppiamento. La sua bocca possedeva 60 denti la cui lunghezza varia dai 15 ai 30 (o forse 40) centimetri di lunghezza, includendo la radice. Erano denti seghettati e lunghi quanto una banana, ma robusti e taglienti come lame, ciascuno in grado di perforare una corazza, ed erano quindi i più grandi denti che un predatore abbia mai avuto.

Con questi denti poteva aprire squarci di oltre un metro, quindi potete immaginare quanto sangue sarebbe fuoriuscito al momento del morso. Secondo alcuni studi di biomeccanica compiuti con dei modelli del suo cranio il suo morso è estremamente potente: grazie alla conformazione del cranio e alla efficienza dei potenti muscoli mascellari, questo possente carnivoro poteva esercitare la straordinaria pressione di oltre 6 tonnellate (una pressione raggiungibile solo dai Megalodonti, gli squali più grandi mai esistiti), rendendo il suo morso in grado di sbriciolare le ossa e persino l’acciaio.

Questo morso micidiale è il risultato di una combinazione di due serie di muscoli: la prima serie collega la mascella superiore a quella inferiore e sono i muscoli che permettono al teropode di fare presa, la seconda serie include circa il 50% dei muscoli della testa che circonda la mascella inferiore e si attacca al palato ed è quella che permette all’animale di esercitare e regolare la pressione del morso. Il T-Rex  poteva anche dislocare la mascella per ingerire meglio le ossa, proprio come fa un Pitone. Come se non fosse abbastanza, molto probabilmente quando mangiava restavano dei pezzi di carne a marcire tra i denti, permettendo la proliferazione dei batteri quindi il suo morso era infettivo e poteva portare la preda a morire per la setticemia.

Ma c’è di più: secondo una tac compiuta sul cervello del Tirannosauro i sensi più sviluppati sono, in ordine di successione, l’olfatto, la vista e l’udito. Nella parte anteriore del suo cranio, vi sono narici molto ampie larghe mezzo metro e questo indica che il suo olfatto era molto evoluto. Con tale olfatto, un Tirannosauro non solo poteva capire se in un posto fosse passato un dinosauro, ma poteva capire anche da quanto tempo fosse passato e persino se fosse maschio o femmina, giovane o vecchio, sano o malato. E’ stato stimato che il Tirannosauro possedesse un olfatto pari a quello di 100 segugi messi insieme e su questa stima possiamo fare un calcolo su quanti recettori olfattivi possedesse e quanto fosse sviluppato rispetto a un essere umano; sappiamo che un cane possiede 300 milioni di recettori olfattivi e ha un olfatto 10.000 volte più sviluppato di un essere umano, che ne ha solo 6 milioni. Moltiplicando i 300 milioni di un singolo cane per quello di 100 segugi, si ottiene che il Tyrannosaurus rex possedeva 30 miliardi di recettori olfattivi. Poi calcolando che l’olfatto canino è 10.000 volte più sviluppato di quello umano e moltiplicando sempre tale numero per quello di 100 segugi, otteniamo che l’olfatto del T-rex era 1 milione di volte più sviluppato del nostro! Con un tale olfatto, il dinosauro poteva riconoscere più di 100.000 individui diversi, compresi quelli appartenenti alla sua specie.

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Per quanto riguarda la vista, questa creatura è vittima di uno dei miti più assurdi mai inventati: la gente è convinta che se resti immobile il T-rex non può vederti, perché si ritiene comunemente che vedesse solo le cose in movimento. Questo è totalmente impossibile: sui fossili non sono stati mai riscontrati segni d’urto contro alberi e massi, che sono elementi dell’ambiente immobili, e considerando che con tutta probabilità l’habitat di questo animale fosse la foresta, sarebbe andato a sbattere e a inciampare in continuazione. Inoltre una delle prime difese delle prede è proprio restare immobili, quindi se per assurdo la sua vista fosse stata basata solo sul movimento, cacciare per lui sarebbe stato ben più arduo di quanto non lo sia già. Quindi questo non è altro che un mito da sfatare, è totalmente falso, anzi in fatto di vista aveva tutti gli attributi del predatore: i suoi occhi erano posti a notevole altezza, dandogli quindi una prospettiva privilegiata sul mondo, ed erano distanziati di 40 centimetri quindi il mostro aveva una eccellente visione binoculare e percepiva la profondità (in altre parole vedeva praticamente il mondo in 3-D).

Gli occhi del T-Rex

L’occhio è essenzialmente un collettore di fotoni, con una retina estremamente grande che gli permetteva di captare questi fotoni; più fotoni captati significa più informazioni visive per il cervello e quindi più dettagli sull’ambiente circostante. Poteva distinguere i dettagli fino ad oltre 6 km di distanza, una capacità 6 volte superiore a quella umana.

L’udito

Per quanto riguarda l’udito, osservando l’orecchio interno nella tac si nota un lungo organo uditivo che dimostra quanto fosse importante l’udito per il T-rex: tale organo uditivo è la coclea, un tubo cavo a forma di chiocciola, pieno di liquido che reagisce alle onde sonore. In esso migliaia di cellule filamentose captano le vibrazioni, trasmettendo gli impulsi elettrici al cervello. La coclea nel T-rex è lunga 2 centimetri, il che significa che può captare uno spettro di frequenza molto alto, tra cui anche frequenze molto basse e a grande distanza. Inoltre con tutta probabilità aveva sotto le zampe posteriori dei sensori con i quali poteva percepire nel terreno le onde sonore emanate dai passi delle sue prede per poi elaborare tali vibrazioni attraverso l’orecchio interno per localizzarle.

L’Intelligenza

Ma un altro fattore sbalorditivo e straordinario di questo animale è la sua intelligenza: il suo cervello era grande quanto quello di un gorilla, come una noce di cocco, e aldilà della grandezza del cervello è probabile che fosse il più intelligente tra i grandi teropodi.

Un tempo era ritenuto intelligente quanto un alligatore, ma secondo recenti ricerche era intelligente quanto un leone. Il suo enorme cervello è frutto di una capacità sensoriale e nervosa molto elevata e da quanto si è visto nelle tac le parti predisposte all’elaborazione, all’astuzia e alla memoria erano molto avanzate, quindi ciascun esemplare poteva apprendere le esperienze di ogni giorno, conservarle nella memoria e servirsene in futuro.

Essendo un predatore molto complesso, si è ipotizzato che potesse cacciare oltre da solo, anche in coppia o addirittura in branco. Se tale ipotesi fosse corretta sarebbe anche possibile ricostruire le strategie di caccia: gli esemplari più giovani avrebbero potuto spingere le prede verso gli adulti che erano più potenti per poi ucciderle, rendendo molto più semplice la caccia e l’abbattimento anche di prede molto corazzate. Se cacciava in coppia (soprattutto tra maschio e femmina) potevano attaccare la preda ai fianchi oppure mentre uno la distraeva l’altro esemplare colpiva alle spalle. Se invece cacciava da solo, poteva tendere un agguato per poi assalire la preda all’improvviso e dissanguarla o spezzarle le ossa, causandone la morte istantanea. Data la sua avanzata vista e il suo straordinario olfatto, c’è la possibilità che potesse anche essere un cacciatore notturno, avvantaggiato dall’oscurità.

Le prede del T-Rex

Secondo calcoli biologici, per soddisfare il suo fabbisogno alimentare il T-rex doveva consumare circa 700 kg di carne a settimana, un bel po’ di prede anche per un super-predatore: tra le sue prede c’erano sicuramente gli Adrosauri come i Parasaurolophus e l’Hadrosaurus ed è probabile che attaccasse anche i Ceratopsidi come il Triceratops e gli Anchilosauridi come l’Ankylosaurus.

Probabilmente prediligeva i primi agli altri due dato che erano i più indifesi, ma quando attaccava i Triceratops o gli Ankylosaurus pur prediligendone gli esemplari più giovani, vecchi o malati, avrebbe potuto anche attaccare esemplari adulti in piena salute e a volte anche ucciderli: per sconfiggere un Triceratops poteva azzannare le corna per poi tirare e staccarle mentre per abbattere l’Ankylosaurus poteva azzannare le zampe anteriori, ribaltarlo e finirlo al ventre o alla gola.

Di solito preferiva evitare tali scontri per via delle ferite e delle infezioni che poteva riportare, ma studiando i fossili si è compreso che il T-rex era dotato di una resistenza sovrumana: sono stati trovati scheletri di esemplari che sono guariti dalle ferite provocate dalle corna dei Triceratops, dalle code a clava degli Ankylosaurus o dai morsi di altri T-rex. In effetti sono anche trovati segni di morsi su alcuni scheletri e alcune parti mancano, tali segni sono riconducibili solamente ad una creatura: un altro T-rex. Questo significa che questo mostro era così famelico e feroce da poter affrontare e divorare anche i suoi simili, soprattutto in situazioni di stress o di competizione territoriale. Si è discusso a lungo sulla sua effettiva velocità: è stato calcolato che poteva mantenere una velocità a lungo termine di circa 20-25 km/h, con scatti a 40 km/h per alcuni minuti, mentre si è ipotizzato che gli esemplari più veloci potessero scattare massimo fino a 50 km/h!

La famiglia

Si è dibattuto a lungo sulle sue cure parentali: un tempo si riteneva che fosse un genitore brutale, pronto ad abbandonare i suoi piccoli alla prima occasione, ma dati gli studi effettuati sugli uccelli e sui coccodrilli, i suoi più stretti parenti (soprattutto i primi), è molto probabile che fosse il genitore più amorevole, affettuoso e protettivo nei confronti dei propri cuccioli, nutrendoli costantemente e sorvegliando il nido, pronto ad affrontare qualsiasi avversario volesse far del male ai figli, anche un altro T-rex. Probabilmente i T-rex restavano accoppiati per tutta la vita e in tal caso mentre la femmina poteva andare a caccia, il maschio poteva restare nel nido per sorvegliare le uova e i piccoli. Dal momento che si sono scoperti cugini cinesi del T-rex dotati di piume come il Dilong e lo Yutyrannus, si è ipotizzato che i cuccioli avessero sorprendentemente le piume, per conservare meglio il calore corporeo, salvo poi perderle in età adulta, quando non ne avevano più bisogno. Generalmente raggiungevano la maturità intorno ai 15 o ai 20 anni ma solo pochi avrebbero potuto vivere più di 30 anni.

Femmine più grandi dei maschi

Recenti studi sul dimorfismo sessuale hanno anche rivelato che, contrariamente a quanto si è sempre creduto, i T-rex più grossi e forti erano femmine, quindi le femmine erano più grandi dei maschi (altro che maschilismo!). Infine grazie allo straordinario ed unico ritrovamento di una proteina fossile in un esemplare femmina di 68 milioni di anni fa, si è scoperto che l’animale geneticamente più vicino al Tirannosauro è paradossalmente il pollo comune. Quindi quando ordinate un pollo girarrosto, pensate un po’ a cosa il suo gigantesco antenato avrebbe potuto fare a voi.

Tiziano Trasmondo

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