Tema sul bullismo

Tema svolto sul bullismo: Analisi del fenomeno del bullismo, nella quale è richiesta anche un’analisi su chi siano realmente i bulli

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Chi è il bullo? Chi si nasconde dietro a quell’espressione facciale carica di ira e violenza? Cosa spinge un ragazzo, o una ragazza, dato che, numeri alla mano, i fenomeni di bullismo al femminile stanno negli ultimi anni superando in numero e in crudeltà gli omologhi dei “colleghi” maschi, a trasformarsi in una “macchina assetata di sangue”? Cosa possiamo fare per fermare un bullo?

Attorno al fenomeno bullismo c’è molta confusione e, se viene interpretato male, si fatica a trovare delle soluzioni efficaci a questo problema.
Prima di tutto, però, è doveroso fare una considerazione: per bullismo si intende una serie di azioni insistenti e perpetrate nel tempo che mirano intenzionalmente a fare soffrire qualcuno; si tratta quindi di un grave problema relazionale tra coetanei, una tragedia in cui ciascun attore interpreta una parte specifica. Questa “serie di azioni insistenti” può assumere varie forme: si parla di bullismo verbale quando la vittima, il secondo protagonista della tragedia, viene continuamente offesa e provocata con espressioni canzonatorie, insulti o minacce; si sfocia invece nel bullismo psicologico, la forma più infima e crudele, quando il bullo agisce indirettamente, quando opera alle spalle delle vittima affinché questa venga esclusa dal gruppo e si senta inferiore. Questa è la tecnica preferita dalle ragazze. Il bullismo diventa poi fisico quando la vittima deve subire sopraffazioni fisiche, percosse, violenza corporale ma anche furti o danni a oggetti personali. Negli ultimi anni, inoltre, con lo sviluppo delle comunicazioni informatiche e la nascita e la diffusione dei Social Network, è nata una nuova forma di sopraffazione: quella elettronica o informatica, conosciuta anche col nome di cyberbullismo. Il bullo, nascosto dietro la tastiera di un computer o dietro al touchscreen di uno smartphone, riesce a molestare la vittima con un semplice “clic”.
Nella maggior parte dei casi, i bulli non agiscono soli. Alla tragedia prendono parte numerosi interpreti: oltre al bullo e alla vittima, infatti, vi sono anche i gregari, i sobillatori e gli indifferenti; tutti dalla parte del bullo. I gregari sono coloro i quali formano il gruppo del bullo, che agiscono insieme a lui o lei o ai suoi ordini; il sobillatore, invece, è una figura frequente soprattutto tra le ragazze: è colui (o colei) che istiga il bullo a compiere il male, che lo ispira. Gli indifferenti, in ultimo, sono tutti gli altri. Sono coloro che magari sono a conoscenza del problema, ma preferiscono non preoccuparsene e lasciare la povera vittima a vedersela da solo.
Ma chi è il bullo? Fondamentalmente è un debole, una persona che sente il bisogno di dominare a causa di molteplici e differenti fattori personali: una situazione familiare instabile per esempio, un trauma infantile che ne ha compromesso l’infanzia. Per fare un esempio, nella serie animata “I Simpson”, Nelson Munz, compagno di classe di Bart, incarna lo stereotipo del bullo americano: Nelson stesso spiega in un episodio della serie che il suo comportamento è dovuto al trauma dell’abbandono da parte del padre, che se ne è andato di casa quando il ragazzo era piccolo e non ha fatto più ritorno.

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Anche se si tratta di un fenomeno molto grave, è doveroso dire che il bullismo in sé e per sé non costituisce un reato penale, perché non esiste articolo riguardante il bullismo nel codice penale. Esiste però un “codice”, lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, approvato dal Presidente della Repubblica nel 1998, che tutela le vittime di bullismo. In questa legge si legge infatti che coloro i quali tengono comportamenti che vanno contro quelli prestabiliti dalle norme scolastiche, vanno puniti con adeguati interventi disciplinari e sanzioni proporzionate. É fondamentale, quindi, per le vittime, discutere del problema con delle persone adulte, genitori e insegnanti potrebbero e dovrebbero essere di grande aiuto nella lotta ad ogni forma di sopraffazione.

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