Tema d'attualità


Tema svolto d’attualità: Abbiamo deciso di affrontare un tema molto importante, che ci è a cuore per il futuro dell’Europa e che speriamo possa presto diventare un brutto ricordo: il conflitto in Ucraina

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Cosa sta succedendo in Ucraina? Qual è l’attuale situazione delle cose? Perché Russi e Ucraini hanno rapporti così difficili e conflittuali? Che ruolo hanno in tutto questo l’Unione Europea e gli Stati Uniti? Si può parlare di “nuova guerra in Europa”?

Prima di tutto, è doveroso aprire una parentesi a carattere geopolitico: l’Ucraina è sempre stata un paese diviso: la parte meridionale ed orientale del paese, di lingua russa, per ragioni storiche e culturali è più legata alla Russia mentre al contrario la parte nord-occidentale, che è invece di lingua ucraina, si sente in qualche modo più “Europea”. A sud, inoltre, si trova la penisola di Crimea, un territorio conteso da sempre. Tuttavia non c’è una spaccatura netta e la frontiera tra le due anime del paese è graduale e indefinita.
In questo paese i moti di piazza non sono certo un fenomeno raro ed isolato, l’ultimo però si sta rivelando alquanto delicato e potrebbe sfociare, se non controllato, anche in una sanguinosa guerra civile estesa a tutta la nazione.
Il caos è scoppiato nel novembre del 2013, quando Viktor Yanukovich, ormai ex presidente del paese, decise di allentare i rapporti con l’Unione Europea e di rafforzare i rapporti economici e politici con la Russia. I cittadini della parte “Europea” dell’Ucraina, allora, scesero in piazza per chiedere al governo di rivedere la propria decisione. Le maggiori proteste furono a Kiev, dove venne occupata la piazza Indipendenza (dove nel 2004 era iniziata la famosa “rivoluzione arancione”. Proteste che la polizia represse nel sangue.
A metà dicembre 2013, poi, Yanukovich strinse accordi commerciali con Vladimir Putin, il presidente russo, e ciò non aiutò certo a placare le manifestazioni in piazza, che al contrario si fecero più inistenti. A gennaio la situazione iniziò a degenerare, scatenando una specie di “guerra di piazza” tra filoeuropei e filorussi. A fine febbraio, quando ormai i morti avevano toccato quota cento, Yanukovich sparì clamorosamente dall’Ucraina, lasciando il paese nel caos generale. Nel marzo, quindi, la Crimea proclamò l’annessione alla Russia con un referendum e un mese più tardi alcuni ribelli filorussi entrando nei palazzi governativi delle città della zona del Donbass: le città di Kharkiv, Luhansk e soprattutto Donetsk subirono numerosi atti di guerriglia da parte dei ribelli in continua lotta contro l’esercito regolare. Gli scontri si perpetrarono violenti fino ad agosto e attualmente sembrano essersi placati, ma è bene tenere d’occhio la situazione perché la storia ci insegna che nelle cosiddette “zone calde” si alternano momenti di quiete e di tempesta.

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É bene monitorare la situazione anche perché indirettamente ci riguarda in prima persona, non solo perché l’Ucraina non è così lontana dal nostro paese, ma anche perché se questi avvenimenti porteranno mai ad un’ostilità reciproca nei rapporti tra Russia e Unione Europea, quest’ultima allora si ritroverebbe con un nemico molto potente e potrebbero essere coinvolti anche gli USA, scatenando una serie di reazioni a catena che potrebbero portare ad una nuova guerra nel vecchio continente, senza contare i danni economici conseguenti.

Per concludere, io penso che una delle uniche possibili soluzioni a questa crisi sia il dialogo: il dialogo che è mancato tra forze politiche e manifestanti, tra filorussi e filoeuropeisti, ma che è ancora possibile tra Russia e Unione Europea, le quali proprio in questi giorni si stanno mettendo in contatto. Non vedo sinceramente altre soluzioni possibili per evitare la degenerazione totale e lo scoppio della polveriera Ucraina.
(Giulio Scremin)

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