Montale riassunto

Per ciò che mi riguarda è sempre stato uno dei principali letterati italiani, ma Eugenio Montale, ora riveste un ruolo ancor più importante perché si ritiene che possa uscire come traccia alla Maturità, vediamo un riassunto.

Chi fu Eugenio Montale?

Eugenio Montale è nato in quel di Genova nel lontano 1896, dove trascorse gran parte della sua infanzia, anche se fu importante per la sua formazione pure la casa familiare che i genitori possedevano a Monterosso, nota località balneare delle Cinque Terre, in provincia di La Spezia, sempre in Liguria quindi.
Capì subito che gli studi tecnici, a cui era stato inizialmente indirizzato, non erano adatti alla sua personalità, e virò ben presto su studi di carattere classico, più precisamente musica e canto, per le quali si sentiva più portato, e difatti i risultati si son visti.
Trovò fortuna come direttore di una casa editrice, per poi essere nominato direttore generale della biblioteca ‘Gabinetto Vieusseux‘.
Avendo deciso di non entrare a far parte del partito fascista, essendo un antifascista della prima ora, nel 1938 fu esonerato da questo incarico.
Venne assunto dopo la fine della Seconda guerra mondiale dalla nota testata milanese “Il Corriere della Sera”, dove pubblicò un considerevole numero di articoli, interviste e piccoli racconti, ma soprattutto le raccolte di poesie che poi lo resero celebre, e che tutt’oggi studiamo con grande piacere e amore.
Morì in quel di Milano, dove si era trasferito alla fine della guerra, nel 1981, dopo essere stato nominato senatore a vita nel 1962 e soprattutto dopo aver vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 1975.

Quali furono le principali opere e le caratteristiche delle poesie di Montale?

Montale nel corso della sua vita produsse diverse raccolte di poesie, delle quali vi elencherò le principali, in ordine cronologico: “Ossi di Seppia” del 1925, “Le occasioni” del 1939, “Finisterre” del 1943, “Quaderno di traduzioni” del 1948, ” La bufera e altro” del 1956, “Farfalla di Dinard” del 1956, “Xenia” del 1966, “Auto da fé” del 1966, “Fuori di casa” del 1969, “Satura” del 1971, “Sulla poesia” del 1976, “Quaderno di quattro anni” del 1977, “Altri versi” del 1980.


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Viste le opere, ora passiamo all’analisi dei temi principali della poesia di Montale: hanno un ruolo fondamentale nelle sue raccolte ‘il male di vivere’, il dolore, la sofferenza e anche la solitudine dell’uomo. Infatti Montale è molto attento a questo aspetto della psicologia umana e le sue poesie sono colme di questi sentimenti. Molto presente nei suoi racconti è anche il trascorre costante e inesorabile del tempo. Ma tornando al mal di vivere, secondo Montale l’unica soluzione per arginare questa sofferenza, per far si che l’uomo almeno la celi è l’indifferenza: infatti secondo lo scrittore essa è l’unica via di salvezza dal dolore interiore perché ci consente di “non considerarlo” e secondo Montale è addirittura un dono celeste.

Questo concetto emerge più volte nelle sue poesie, lasciando trasparire un animo tutt’altro che sereno del poeta, caratterizzato da un pessimismo, forse portato dal difficile periodo che l’Italia stava vivendo nel periodo precedente alla guerra, che vide protagonista assoluto della scena politica il Fascismo, il quale come ho detto egli respinse.
Inoltre Montale cerca sempre di trovare e trasmettere attraverso i suoi testi una moralità che tuttavia non vuole essere presa come modello morale o spirituale bensì cerca di infondere nel lettore un sentimento di accettazione dei propri difetti.
Per di più egli non crede che la realtà umana sia fondata su dei fondamenti costanti e immutabili, e per questo motivo guardò sempre con sfiducia qualunque dottrina filosofica o teologica che seguisse queste idee, comprese le religioni, per le quali ebbe comunque un grande rispetto.

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