Tema svolto con traccia: l’amicizia. Che cos’è l’amicizia? Il vocabolario la definisce come il “vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima”, in pratica questo termine sta a indicare quel legame che unisce un gruppo di persone, con interessi e emozioni comuni, rendendole unite tra di loro.

Questo tema sull’amicizia è studiato per essere valido sia per la scuola media che per tutti gli istituti delle scuole superiori. Per molti la differenza tra amico e conoscente sta nel fatto che l’amico c’è anche nel momento del bisogno, mentre il conoscente è una persona che sparisce quando hai bisogno di qualcosa, questa differenza può essere ritenuta valida. Ma c’è anche chi sostiene che l’amico sia quello che non ti giudica, mentre il conoscente ti giudica. Queste sono solo alcune delle varie scuole di pensiero sulla differenza tra amico e conoscente, qual è la tua?

Tema sull'amicizia

 

Per gli antichi Greci esisteva la φιλία (philìa), un sentimento a metà tra amicizia e amore, la quale nel tempo è diventata un valore fondamentale nell’educazione dei giovani. Esempi come quello di Achille e Patroclo, o come l’amicizia tra il figlio di Agamennone Oreste e il cugino Pilade venivano presi come modello comportamentale da seguire. Un altro greco, Aristotele, versò fiumi e fiumi d’inchiostro (anche se ai tempi l’inchiostro non esisteva) su questi temi, citando un passo tratto dalla sua Etica “L’amicizia è cosa infinitamente necessaria per la vita. Infatti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se avesse tutti gli altri beni. Questo perché una vita senza amici è una vita vuota, una vita priva di qualsiasi senso. Certo, bisogna saper stare da soli, ma essere soli in qualsiasi momento può portare la depressione, e cosa c’è di più bello nella vita di condividere le proprie gioie con le persone care? Certo, spesso gli amici ci fanno soffrire, ma è il costo da pagare.

E si ritiene che gli amici siano il solo rifugio nella povertà e nelle altre disgrazie; e ai giovani l’amicizia è d’aiuto per non errare, ai vecchi per assistenza e per la loro insufficienza ad agire a causa della loro debolezza, a quelli che sono nel pieno delle forze per le belle azioni.” secondo il suo pensiero, quindi, il sentimento dell’amicizia è una condizione fondamentale per la vita, tanto che quest’ultima non avrebbe senso di esistere senza.

 

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Amicizia”, però, è una parola latina. Il popolo romano, almeno alle origini, era più interessato ad argomenti pratici come la guerra piuttosto che ai rapporti che intercorrevano tra le persone, il termine latino“amicitia”, che era sinonimo del sostantivo “societas” e indicava principalmente l’alleanza militare tra due città, due nazioni o comunque due eserciti. A Roma poi i “sodales” o gli “amici” erano coloro i quali agivano insieme per raggiungere uno scopo ben preciso, erano “amici” soprattutto i legionari durante la battaglia. Il termine era quindi completamente slegato dal suo significato attuale.

L’uomo inizia a stringere relazioni con persone al di fuori dalla propria famiglia già nella più tenera età, quando viene inserito in un contesto all’interno del quale entra in contatto con i coetanei. Durante l’età preadolescenziale, poi, i rapporti con persone all’esterno del contesto familiare assumono sempre più importanza fino a diventare quasi fondamentali, anche perché, sempre intorno a quell’età, le relazioni familiari si fanno sempre più conflittuali e le incomprensioni e i dissidi aumentano, dal momento che il preadolescente inizia a rivendicare maggiore autonomia.

Il ragazzo di solito nell’amico cerca se stesso, ciò che è e ciò che vorrebbe essere; l’amico viene inteso come una persona con la quale ci si possono condividere le ansie quotidiane, le proprie paure, i propri segreti più intimi perché spesso coincidono, le proprie speranze e anche i propri fallimenti. Spesso si prova per l’amico una ammirazione assoluta, una fede quasi religiosa, ciò induce, molto spesso, in a un rapporto di reciproca dipendenza.
Non è raro che nell’età adolescenziale, le amicizie infantili e preadolescenziali falliscano.

Questo perché, in questo periodo della vita umana, la personalità non è ancora del tutto definita e può mutare molto facilmente. Quello che il il giorno prima sembrava irrinunciabile l’indomani potrebbe perdere tutto il suo significato e non rappresentare più nulla.

L’amicizia vera è, in sostanza, quel legame indissolubile e destinato a durare nel tempo.
I veri amici sono quelli che a 20 anni andavano al bar insieme, e dopo 50 anni, all’età di 70 anni sono ancora lì, a quel banconote abbracciati e a bere la loro bibita preferita, ricordando i begli anni passati in gioventù, tempi ormai andati.

In conclusione di questo tema sulla vera amicizia, dico che non è amico colui che ti è vicino nel momento in cui tutto ti va bene, l’amico è colui che ti è vicino anche nei momenti dove tutto sembra andarti storto, l’amico vero è quello che ti rimane vicino anche questo lo costringe a privarsi di qualcosa. Anche perché, se così non fosse, che amico sarebbe?

Concludo con una poesia di un anonimo cinese: “Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me, non saprei dove condurti; cammina al mio fianco e saremo sempre amici”

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